PITIGLIANO

Partiamo in bus con l’accompagnatore dai luoghi di partenza rilasciati in fase d’iscrizione e il tardo mattino ci accoglie con la luce dorata che accarezza le case di tufo di Pitigliano. Appena arrivati, il tempo è nostro: possiamo perderci tra i vicoli stretti, le piazzette silenziose e gli scorci mozzafiato usciti da un dipinto rinascimentale. Ogni angolo racconta una storia, ogni pietra conserva un segreto.
Dopo il pranzo libero ci ritroviamo per la visita guidata che ci conduce nel cuore più profondo e autentico del borgo: quello ebraico. Entriamo nella sinagoga, sobria e raccolta, dove si respira ancora la spiritualità di una comunità che ha trovato qui rifugio e dignità dal XV secolo. Proseguiamo nel ghetto, un vero labirinto scavato nel tufo, dove il tempo è sospeso. La guida ci racconta storie di convivenza e solidarietà, ci svela come Pitigliano sia diventata la ‘piccola Gerusalemme’ grazie ai rapporti di rispetto e affetto tra ebrei e cristiani, persino nei momenti più bui della storia. Ogni luogo visitato è un tassello di un mosaico che parla di accoglienza, resilienza e memoria, memoria della promulgazione delle leggi razziali, in occasione della quale molti ebrei si salvano grazie alla protezione della popolazione locale, che offre ospitalità, rifugio e assistenza a rischio della propria vita. La giornata si chiude con una nota più dolce: la degustazione dello sfratto, il tipico dolce ebraico di Pitigliano, dalla forma allungata che ricorda il bastone con cui veniva intimato l’allontanamento dalle abitazioni. Oggi, però, è simbolo di pace e condivisione, con il suo ripieno di miele, le noci e le spezie che raccontano di cultura e sapori lontani. Saliamo quindi in bus per il viaggio di rientro, con un nuovo bagaglio, ognuno personale, che costituisce il valore fondamentale della nostra esperienza pitiglianese.